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Denominazione:Colli di Salerno IGT
Uve:Aglianico 100%
Colore:Rosso rubino con bagliori porpora
Odore:Olfatto dalle sensazioni penetranti di visciole, radici di liquirizia, tocchi selvatici, humus, viola, geranio e sbuffi di macchia mediterranea
Sapore:Bocca succosa, dal corpo pieno, dai tannini scalpitanti e dalla viva freschezza
Gradazione alcolica:13.5% vol.
Formato:75 Cl
Temperatura di servizio:16 - 18° C
Abbinamenti:Polpette di vitello in umido, Costolette d'agnello in padella
Tutte le volte che ci s’imbatte con il nome di quest’azienda viene immediato intonare la canzone napoletana Luna Rossa: “e 'a luna rossa me parla 'e te, io le domando si aspiette a me, e me risponne si 'o vvuo' sape' , cca' nun ce sta nisciuna”. E tutta la musicalità, profondità e territorialità di questa canzone sembrano essere il filo conduttore della batteria presentata quest’anno dall’azienda che grazie alla passione, continua dedizione, integrazione di tecnologia e antiche tecniche enologiche, propone vini di gran pregio e in limitata quantità. Rientra dopo un anno di assenza l’aglianico Borgomastro che subito fa sentire la sua voce piazzandosi alla vetta delle degustazioni, caratterizzato da una sincera e schietta espressione di una territorialità di cui andar fieri. Non sono da meno le altre etichette che garantiscono e regalano vini morbidi e corposi, ricchi di sapidità e quindi capaci di sfidare gli anni, capaci nel loro insieme di raccontare la storia e un ambiente selvaggio e affascinante nello stesso tempo.

LA PIANTA
A partire dagli anni Novanta del Novecento sono state condotte lunghe indagini ampelografiche, ampelometriche, chimiche, biochimiche e molecolari su biotipi di Aglianico e Aglianicone reperiti in Campania e in Basilicata. I risultati hanno dimostrato che Aglianico campano e Aglianico del Vulture sono in realtà un unico vitigno, con differenze di vario ordine ascrivibili a una normale variabilità intravarietale, mentre l'Aglianicone si è rivelato un vitigno estraneo ai due precedenti. Gli ultimi studi di Boselli e Monaco hanno messo in evidenza i sei biotipi seguenti appartenenti a tre gruppi fondamentali: Aglianico Amaro, Aglianico di Taurasi e Aglianico del Vulture; Aglianico di Napoli 1 e Aglianico di Napoli 2; Aglianico di Galluccio. L'Aglianico ha un grappolo cilindrico o conico piuttosto piccolo (da 150 a 250 grammi) e compatto, con eventuale presenza di una o, più raramente, due ali. L'acino è piccolo, di forma sferica, con buccia spessa, a volte persino coriacea, pruinosa e di colore blu-nero. Matura tardivamente, tra la metà di ottobre e la prima decade di novembre.
IL VINO
In condizioni ottimali le uve raggiungono un elevato tenore zuccherino (22-23%) e conservano integra una forte acidità tartarica, che risulta ancora più elevata nel biotipo Aglianico Amaro o Beneventano; possiedono, inoltre, un'importante struttura tannica. Il vino che se ne ricava è adatto al lungo invecchiamento e beneficia dell'affinamento in legno, a stemperare il carattere austero dovuto alla componente acido-tannica. L'utilizzo della barrique, oggi diffuso in Campania e in Basilicata, riesce a domarne la foga, rendendolo più morbido e vellutato in tempi brevi.
Manufacturer | Lunarossa Vini in Anfora |
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