Denominazione:Barolo DOCG
Uve:100% Nebbiolo
Colore:Manto granato luminoso
Odore:Olfatto aristocratico ed affascinante, giocato su sfumature di sottobosco, felce, menta ed eucalipto, mescolate a freschi toni agrumati di chinotto, quindi vira su note di grafite, ferro, liquirizia e spezie fini
Sapore:Sorso altrettanto nobile, fresco e sapido al punto giusto, arricchito da tannini maturi e lunghissima chiosa, contesa fra ricordi speziati e minerali
Gradazione alcolica:14.5% vol.
Formato:75 Cl
Temperatura di servizio:16 - 18° C
Abbinamenti:Capriolo e funghi
L’uva, raccolta manualmente in cassette, viene diraspata e pigiata in serbatoi di acciaio verticali, in cui avviene la fermentazione alcolica con macerazione sulle bucce per circa 40/45 giorni, durante i quali si effettuano diversi rimontaggi giornalieri, per favorire l’estrazione di colore e tannino. Dopo la svinatura e la fermentazione malo-lattica, il vino viene introdotto in botti di rovere da 2.000 – 2.500 litri, dove affina da 18 a 24 mesi. Trascorso tale periodo, l’imbottigliamento e l’affinamento per almeno 12 mesi lo preparano ad essere immesso sul mercato.

LA PIANTA
Nonostante il Nebbiolo mostri uno spiccato polimorfismo e un'elevata variabilità intravarietale, si possono definire alcuni tratti generali della pianta. Il grappolo a maturità è di taglia media, medio-grande o grande, di forma piramidale, alato, allungato( il rosé è più corto) e piuttosto compatto; l'acino è medio-piccolo, rotondo o ellissoidale, con buccia sottile ma consistente, molto pruinosa e di colore violaceo scuro. Pianta a maturazionelenta, predilige zone con elevate somme termiche e buona luminosità; è la prima vite a germogliare e l'ultima a lasciare cadere le foglie, con la duplice conseguenza di essere molto esposta alle condizioni ambientali ma anche di poter esprimere una personalità più complessa e unica. Matura in epoca decisamente tardiva, ovvero nella seconda metà di ottobre, e talvolta la vendemmia si protrae fino alle prime giornate di novembre.
IL VINO
Impiegato esclusivamente per la vinificazione, il Nebbiolo dà origine ad alcuni dei vini più apprezzati e conosciuti al mondo. Il suo patrimonio cospicuo di zuccheri, acidi e polifenoli fa sì che i vini prodotti con sole uve Nebbiolo siano dotati di grandissima austerità, spessore, carattere. Il colore dei Nebbioli di Langa è rosso granata; il profumo rimanda ai frutti di bosco, alla foglia di tabacco, al cuoio e alle spezie. In bocca sviluppa una rara potenza che i produttori oggi sanno ingentilire con le moderne tecniche di vinificazione e, soprattutto, con l'impiego accorto del legno per la maturazione e l'affinamento.
Profondamente radicata nel territorio delle langhe, la famiglia dei Germano è giunta alla quinta generazione di vigneron, che sin dal 1856 si prendono cura di alcuni preziosi appezzamenti disposti nelle enclave più blasonate del comprensorio del Barolo. Le sue origini vedono protagonisti Francesco e Alberto Germano, rispettivamente il bisnonno ed il nonno dell’attuale proprietario, che iniziarono a coltivare queste terre in qualità di mezzadri, curando i vigneti e vendendone i frutti alle realtà limitrofe, vinificando solo una piccola parte della vendemmia per un consumo familiare. Sarà Ettore Germano a dare la svolta decisiva con la brillante intuizione di ampliare l’attività di famiglia, dando il La ad una produzione che ben presto diverrà una fra le più importanti e moderne del territorio langarolo, riconvertendo interamente i vigneti di proprietà ed acquistando nuovi ed importanti appezzamenti come quello in località Prapò. Ne segue le orme il figlio Sergio, che finita la specializzazione alla Scuola di Enologia di Alba, inizia ad occuparsi dell’azienda, attuando scelte innovative e non convenzionali, come scommettere sulle varietà Riesling, Chardonnay e Pinot Nero, impiantati nella zona di Cigliè; un’intuizione vincente che darà i natali ad un Metodo Classico ed un Bianco di notevole qualità. Fa il suo esordio in questa Edizione 2020 il Langhe Nebbiolo Vr 2014, prodotto secondo la filosofia aziendale, che prevede di non produrre Barolo con menzioni aggiuntive dalle prime vendemmie dei nuovi impianti, ma lavorando comunque il vino con il medesimo procedimento destinato al re dei vini, a patto che la vigna abbia tutte le carte in regola per meritarsi questo trattamento privilegiato, come in questo caso.