Casavecchia Il Gallo Di Fretta Canta All'Alba Lontana Aia delle Monache 2018
Denominazione:Terre del Volturno IGP
Uve:Casavecchia 100%
Colore:Rosso porpora brillante
Odore:Sentori di frutti rossi freschi, si lascia apprezzare per la sua beva decisa ed appagante
Sapore:Gusto piacevole freschezza agrumata
Gradazione alcolica:12.5% vol.
Formato:75 Cl
Temperatura di servizio:18-20° C
Abbinamenti:Formaggi freschi, carni rosse, primi piatti al ragù
L' interpretazione del Casavecchia così hanno sempre immaginato, un vino di particolare espressione gastronomica e conviviale. Le uve provengono dalla parte più alta del vigneto di proprietà nel Comune di Castel Campagnano, condotto con tecniche agronomiche rispettose dell’ambiente.

LA PIANTA
Il grappolo è grande, di forma cilindrica, con presenza di più di due ali che gli danno un aspetto molto ramificato e quasi piramidale, ma il fatto di essere molto spargolo gli permette di conservare un peso contenuto. Gli acini sono piccoli ed ellittici, con una buccia abbastanza spessa, pruinosa e di colore blu-nero. Giunge a maturazione tra la fine di settembre e la metà di ottobre.
IL VINO
Solo da qualche anno, con l'impegno di produttori appassionati, si è risvegliata l'attenzione sul Casavecchia. In particolare Luigi Moio (responsabile del programma di ricerca sul Casavecchia dell'Università di Portici) ha avviato test di microvinificazione per conoscere meglio una varietà che raramente era stata tenuta in considerazione e vinificata in purezza con le attenzioni necessarie. Da questi studi emerge una certa somiglianza dei prodotti finali con i vini da uve Merlot. Il Casavecchia è ricco di antociani e di tannini morbidi, possiede un buon grado alcolico e acidità bassa, che rendono la fermentazione malolattica una formalità.
- Regione
- Campania
- Denominazione
- Terre del Volturno IGP
- Uve
- Casavecchia
- Colore
- Rosso Rubino
- Odore
- Fruttato
- Sapore
- Aromatico
- Gradazione (% vol.)
- 12.5
- Contenuto
- 75 Cl
Solo due piccoli vigneti, due ettari e mezzo di terreno impiantati nei primi anni duemila con i vitigni autoctoni casertani Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero e Casavecchia. Le vigne, attraversando primi strati di suolo sabbioso/argilloso mediamente pesante, oggi sono arrivate a poggiare le proprie radici sulle arenarie di Caiazzo. Guardano da un lato, verso nord, il massiccio del Matese e dall’altro, verso sud-est, il monte Taburno e il Sannio. La strada che conduce al Convento degli Angeli segna il confine tra la vigna di Ruviano, a 280 m s.l.m. esposta a nord e coltivata a Pallagrello Bianco, e quella di Castel Campagnano, a 260 m s.l.m. esposta a sud-est e coltivata con tutte le tre varietà di uve. Le vigne sono tutte a spalliera con una densità media di 5.000 ceppi ad ettaro ed allevate a Guyot.