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Anno dopo anno Quintodecimo dimostra di saper mettere a frutto i suoi vigneti, situati sulla collina di Mirabella Eclano, a poca distanza da Taurasi, dove circa diciotto anni fa Luigi e Laura Moio hanno iniziato a farli fruttare. Attraverso un costante percorso di qualità è arrivata ad essere in pochi anni un’azienda che con i propri vini tiene alta la bandiera della tradizione campana. Una campionatura che verte soprattutto sui classici vitigni campani a bacca bianca, Fiano, Falanghina e Greco, con un denominatore comune, un’intensa anima minerale ed un chiaro esempio di carattere e muscolarità non disgiunti da eleganza e finezza del sorso.
CARATTERISTICHE
Grande Cuvèe Luigi Moio Irpinia Quintodecimo, ha un colore giallo paglierino. Al naso bouquet dai profumi varietali con aromi di frutta esotica e una lieve matrice minerale. Al palato è pieno ed asciutto con gradevole e persistente retrogusto aromatico.
ABBINAMENTI
Grande Cuvèe Luigi Moio Irpinia Quintodecimo. Perfetto per accompagnare portate di pesce
Le origini antichissime della viticoltura campana sono evidenti nei due metodi di allevamento della vite usati ancora oggi, quello ad alberello, di origine greca, e la tecnica etrusca in cui la vite si fa arrampicare attorno a pali e tronchi di alberi campestri per poi collegare rami e tralci tramite graticci — chiamati tennecchie, cioè tende — in una specie di pergolato che unisce un albero all'altro, integrando quindi la viticoltura con la vegetazione esistente insieme ad altre coltivazioni.
L'intera regione è situata all'interno di un antico teatro vulcanico, di cui oggi il Vesuvio rappresenta il più importante esempio ancora attivo. Questa peculiarità ha contribuito a determinare una grande varietà di suoli, che spaziano dalle rocce piroclastiche e dai tufi del Nord alle sabbie e arenarie del Taburno, ricche di quarzi e marne calcaree, ai calcari della Costiera Amalfitana, alle sabbie argillose dell'Irpinia. Nelle province di Napoli, Salerno e Caserta il clima è mite e mediterraneo, mentre in quelle interne di Avellino e Benevento le temperature sono più rigide man mano che si sale verso l'Appennino, con piogge abbondanti soprattutto in Irpinia.
In provincia di Avellino troviamo le Docg bianche Fiano di Avellino e Greco di Tufo, intitolate agli omonimi vitigni, mentre le due Dogc rosse a base di Aglianico sono il Taurasi, sempre nell'Avellinese, e l'Aglianico del Taburno in provincia di Benevento. Sulla costa, scendendo da nord a sud le Doc Galluccio, Falerno del Massico e Aversa nel Casertano, poi le Doc Campi Flegrei, Ischia, Vesuvio e Penisola Sorrentina in provincia di Napoli, quindi Costa d'Amalfi a ovest di Salerno e la grande area occupata dalla Doc Cilento a sud.
L'immagine del vino campano è legata soprattutto alla personalità vivace dei suoi bianchi: Fiano, Greco e Falanghina, ma il vitigno in grado di interpretare al meglio il genius loci di questa regione con freschezza, potenza e longevità è proprio l’Aglianico, che in 17 comuni dell'Irpinia dà origine al magnifico Taurasi.