Denominazione:Puglia IGP
Uve:Moscato
Colore:Bianco
Odore:Ricco e intenso, si esprime con sentori di pesca e note di fiori freschi
Sapore:Secco,fresco e di piacevole struttura
Gradazione alcolica:12.5% vol.
Formato:75 CL
Temperatura di servizio:8 - 10° C
Abbinamenti:Ricci,ostriche e cozze anche con formaggi freschi
Quattro vigne e quattro soci sono le fondamenta del nuovo progetto Tempa di Zoè che coinvolge la cantina campana Feudi di San Gregorio, Francesco Domini, Vincenzo D’Orta e Bruno De Conciliis. L’obiettivo comune è quello di portare nuova attenzione verso un territorio ad altissima vocazione enoica come il Cilento e di proseguire il percorso iniziato dalla D’Orta – De Conciliis con l’ingresso di Feudi di San Gregorio e Francesco Domini, quest’ultimo molto legato al Cilento, suo territorio di nascita. Il nome Tempa di Zoè non è solo riferito a un luogo fisico ma è soprattutto una dichiarazione di intenti. Le “tempe”, dolci colline che si rincorrono al mare, caratterizzano da nord a sud il Cilento. Zoè, è la parola greca che indica l’essenza della vita; il principio universale comune al mondo animale, vegetale e minerale.
ZONA DI PRODUZIONE: CASERTANO

LA PIANTA
A partire dagli anni Novanta del Novecento sono state condotte lunghe indagini ampelografiche, ampelometriche, chimiche, biochimiche e molecolari su biotipi di Aglianico e Aglianicone reperiti in Campania e in Basilicata. I risultati hanno dimostrato che Aglianico campano e Aglianico del Vulture sono in realtà un unico vitigno, con differenze di vario ordine ascrivibili a una normale variabilità intravarietale, mentre l'Aglianicone si è rivelato un vitigno estraneo ai due precedenti. Gli ultimi studi di Boselli e Monaco hanno messo in evidenza i sei biotipi seguenti appartenenti a tre gruppi fondamentali: Aglianico Amaro, Aglianico di Taurasi e Aglianico del Vulture; Aglianico di Napoli 1 e Aglianico di Napoli 2; Aglianico di Galluccio. L'Aglianico ha un grappolo cilindrico o conico piuttosto piccolo (da 150 a 250 grammi) e compatto, con eventuale presenza di una o, più raramente, due ali. L'acino è piccolo, di forma sferica, con buccia spessa, a volte persino coriacea, pruinosa e di colore blu-nero. Matura tardivamente, tra la metà di ottobre e la prima decade di novembre.
IL VINO
In condizioni ottimali le uve raggiungono un elevato tenore zuccherino (22-23%) e conservano integra una forte acidità tartarica, che risulta ancora più elevata nel biotipo Aglianico Amaro o Beneventano; possiedono, inoltre, un'importante struttura tannica. Il vino che se ne ricava è adatto al lungo invecchiamento e beneficia dell'affinamento in legno, a stemperare il carattere austero dovuto alla componente acido-tannica. L'utilizzo della barrique, oggi diffuso in Campania e in Basilicata, riesce a domarne la foga, rendendolo più morbido e vellutato in tempi brevi.
- Regione
- Puglia
- Provenienza
- Italia
- Uve
- Moscato
- Gradazione (% vol.)
- 12.5
- Contenuto
- 1.5 L
- Tipologia
- Bianco
Morasinsi è Sveva e Peter, giovani appassionati di viticoltura e amanti della natura. Producono vini dalle loro uve di qualità, lavorando a una produzione vitivinicola allo stesso tempo tradizionale e innovativa. Coltivano con amore uve autoctone e internazionali. I metodi di coltivazione seguono i principi dell’agricoltura sostenibile: in campagna si impegnano a mantenere l’ecosistema vigneto in equilibrio. In questo modo il loro vigneto è un ecosistema vivo e sano, nel quale vite, viticoltore, insetti utili e piante spontanee convivono e lavorano sinergicamente, aspetto per loro fondamentale per la produzione di uve di qualità. Le uve vengono vendemmiate a mano, riposte in cassette e giungono in cantina in pochi minuti, a chilometro zero. In cantina lavorano con passione, personalità e gusto della ricerca. Per la vinificazione utilizziano vasche di cemento e adottano la tecnica della macerazione sulle bucce per una parte dei vini bianchi. Al termine della fermentazione, i vini proseguono l’affinamento in cemento oppure vengono messi a maturare in barrique e in anfore. Lasciano i loro vini ad affinare sulle fecce fini per diversi mesi, per apportare ai vini struttura e complessità organolettica.