Denominazione:Campania IGT
Uve:80% Piedirosso, 20% uve autoctone miste
Colore:Rosso rubino tenue
Odore:Minerale, selvatico, affumicato
Sapore:La salinità come marchio di fabbrica. Sorprendente la complessità di questo vino da tutti i giorni
Gradazione alcolica:12% vol.
Formato:75 Cl
Temperatura di servizio:16 - 18° C
Abbinamenti:Mozzarella di bufala
Raccolta manuale a ottobre, fermentazione a temperatura controllata, affinamento in acciaio per almeno 3-4 mesi e ulteriore affinamento in bottiglia.

LA PIANTA
Come la maggior parte delle varietà che hanno in comune una storia molto antica, anche il piedirosso si suddivide in numerosi biotipi, tra i quali bisogna ricordare lo Streppa Verde dell'isola di Ischia che non presenta la caratteristica colorazione rossa del pedicello. Neanche le descrizioni concordano sempre tra di loro. Calò, Costacurta e Scienza descrivono il Piedirosso come un vitigno vigoroso con produzione abbondante e costante, dal grappolo medio o grande, tronco-piramidale spargolo, munito di due ali e dagli acini abbastanza grandi, sferici, di colore violaceo intenso e dalla buccia pruinosa e quasi coriacea. Manzo e Monaco invece lo descrivono come un vitigno molto vigoroso, dalla scarsa fertilità e dalla produzione non eccessiva, dal grappolo piccolo, conico-piramidale spargolo e senza ali, dagli acini piccoli e rotondi, di colore blu-nero. Per tutti il Piedirosso matura abbastanza presto, tra la fine di settembre e la metà di ottobre.
IL VINO
I vini prodotti dall'antico Palombino hanno goduto presso gli autori del passato di ottima considerazione. Le sperimentazioni di Luigi Moio sul piedirosso in purezza hanno evidenziato, rispetto all'aglianico, vini meno concentrati, più morbidi, delicati ed equilibrati, con una minore concentrazione polifenolica, con tannini meno duri e acidità più bassa.
- Regione
- Campania
- Provenienza
- Italia
- Uve
- Piedirosso
- Gradazione (% vol.)
- 12
- Contenuto
- 75 Cl
- Tipologia
- Rosso
Gambero Rosso:Raffaele Moccia è uno dei vignaioli più ispirati dei Campi Flegrei, le sue produzioni interpretano in maniera originale quest'area di origine vulcanica. Dopo aver ereditato le vigne allevate dal padre Gennaro all'interno del Parco Naturale degli Astroni, comincia la sua avventura in uno dei territori più impervi della Campania. Qui le vigne a piede franco, equamente suddivise tra piedirosso e falanghina, si distribuiscono su irti terrazzamenti che impongono raccolta manuale e rese bassissime. La vicinanza al mare, la tessitura sabbiosa del suolo e la vendemmia tardiva conferiscono un carattere mediterraneo davvero unico. Anche quest’anno Raffaele ci regala una lettura molto originale della denominazione. Molto ben riuscita la Falanghina ‘17, sostanziosa e sfaccettata nei profumi agrumati, con sensazioni di pietra focaia che diventano sempre più intensi, per una chiusura delicatamente salina. Succoso il Piedirosso ’17, dai tannini gentili e dal succo molto puro.