Galardi - Terra di Lavoro

Una certezza qualitativa che non manca mai a stupire quella offerta anche quest'anno da Maria Luisa Murena, Francesco Catello, Arturo Celentano e Dora, sorella di Francesco e moglie di Arturo, I grappoli di Aglianico e Piedirosso per effettuare l'impresa arrivano da vigne delle migliori selezioni in vigne, in cui non si supera una resa di 40 quintali su 4.500 ceppi per ettaro, di venti, diciassette, quindici e otto anni, le cui varie età, testimoniano i ripetuti investimenti in questa terra nella consapevolezza della qualità del progetto. Per molto tempo il Terra di Lavoro ha fatto da solista nel testimoniare la forza del legame tra l'austero Aglianico e il rustico Piedirosso, ai produttori di questo vino va il merito di aver portato in giro per il mondo il nome di Roccamonfina, della Terra di Lavoro, appunto, dal casertano, oltre che dell'Italia. Molto tempo c'è voluto, sono passati quasi venti anni, al 1994 risale la sua prima vendemmia, che altri si decidessero sul loro esempio ad operare una rivalutazione territoriale dal punto di vista vitivinicolo. Aumenterà di certo la competitività territoriale e commerciale ma ben venga a far da stimolo per tutti. In ogni caso Arturo Celentano e soci continueranno a dormire sonni tranquilli vista l'indiscussa autorevolezza del vino che producono: la qualità espressiva del Terra di Lavoro non si inventa e non è riproducibile altrove; il legame quasi magico in essere tra carnosità e austerità è raccontato da profumi intensi di piccoli frutti di bosco in parata (more, mirtilli, susine, amarene, giuggiole, bacche di ginepro), soffi di menta ed eucalipto, spezie, aromi trascinanti che anticipano un gusto equilibrato, pieno e di setosa estrazione tannica, punto di forza oltre alla interminabile lunghezza che ama giocare sui richiami a macchia mediterranea, pepe rosa, brace e castagne arrosto.

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