Liguria

La Liguria disegna da ovest a est un lungo arco di montagne e ripide colline che perlopiù si gettano in mare senza lasciare spazio a zone pianeggianti. Le pochissime valli e le aree costiere sono quindi densamente abitate, mentre sui versanti collinari le pendenze, spesso superiori al 30%, rendono difficile la coltivazione della vite, che qui assume tratti di viticoltura eroica. La cura di questi monumentali terrazzamenti richiede un intenso lavoro manuale, oltre all’installazione di funivie o cremagliere. Ma vigneti e vini liguri sono un patrimonio antico: già nel Medioevo in Liguria si produceva il vino delle Cinque Terre e si coltivavano Rossese e Pigato. Molti vitigni che oggi si coltivano in altre regioni sono passati dalla Liguria, terra di transito e di scambi. Alcuni vigneti si trovano all’interno di parchi e riserve naturali, e le terrazze, costruite lungo la costa e le valli dell’entroterra, ospitano la vite fino a 550 metri sul livello del mare, dentro scenari di straordinaria bellezza. Le precipitazioni sono abbondanti in primavera e scarse in estate, e il clima è generalmente mite sulla costa, con una temperatura media di 14°, e continentale nell’entroterra. In Liguria si produce circa un centesimo del vino italiano, e come in Valle d’Aosta troviamo un’estrema frammentazione delle realtà produttive, con il 70% di aziende proprietarie di meno di un ettaro di terreno. Nonostante gli sforzi di pochi coraggiosi che si oppongono all’abbandono, proprio i costi elevati di produzione, oltre alla difficoltà nel reperimento di manodopera e, va detto, al generale dissesto idrogeologico della regione – risultato di decenni di politiche che hanno creato danni irreparabili – hanno portato a un progressivo abbandono dei vigneti e a una sensibile riduzione delle superfici vitate.

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