Nerone di Calabria IGT Criserà 2018

  • DenominazioneDenominazione:Calabria IGT
  • UveUve:Nerello Calabrese 70%, Sangiovese 30%
  • ColoreColore:Rosso rubino carico, molto intenso
  • OdoreOdore:Intenso di frutta rosa matura  
  • SaporeSapore:Tannini eleganti, nobili e compatti
  • Gradazione alcolicaGradazione alcolica:14% vol.
  • FormatoFormato:75 Cl
  • Temperatura di servizioTemperatura di servizio:16 - 18° C
  • AbbinamentiAbbinamenti:Carni rosse, grigliate, piccanti e non, ai sughi, salumi e formaggi stagionati
Special Price 29,23 € Regular Price 34,80 €

Nerone di Calabria IGT Criserà è prodotto con uve Nerello Calabrese 70% e Sangiovese 30 %, selezionate sulle impervie e soleggiate colline Calabresi a circa 600-800 mt. di altitudine, vendemmiate tardivamente per ottenere il massimo della concentrazione aromatica e fatto fermentare in botti di rovere, barriques, abbiamo ottenuto un vino della gradazione di 14 gradi, con un'acidità totale di 7gr/litro, un ph di 3.3. e acidità volatile bassissima, 0.4 gr/litro.

CARATTERISTICHE

Nerone di Calabria IGT Criserà dal colore rosso rubino carico, molto intenso, di difficile trasparenza se non osservato con luce riflessa, dai tannini eleganti, nobili e compatti. Il Nerone di Calabria sfida palati molto esigenti soddisfacendoli pienamente soprattutto se abbinato a carni rosse, grigliate, piccanti e non, ai sughi, salumi e formaggi stagionati. Ossigenandolo si avvertono intensi e persistenti profumi vinosi, molto speziati.

ABBINAMENTI

Nerone di Calabria IGT Criserà con carni rosse, grigliate, piccanti e non, ai sughi, salumi e formaggi stagionati

REGIONE: CALABRIA

Calabria

Nel generale risveglio produttivo del Sud di questi ultimi vent’anni, la Calabria è la regione che ha meno sfruttato le proprie potenzialità. Resta vero che il vitigno Gaglioppo può produrre ottimi vini, come dimostrano alcuni produttori di grande qualità con i loro Cirò, e anche il Magliocco sta vivendo un bel momento di affermazione. La Calabria è una delle regioni più interessanti da studiare per gli ampelografi, poiché ancora oggi nei vigneti più remoti e inaccessibili continuano a essere scoperti antichi vitigni, veri tesori di archeologia botanica da analizzare, catalogare e valorizzare. Purtroppo la viticoltura calabrese è in ritardo rispetto al resto dell’Italia: a oggi conta poco meno di 9.000 ettari vitati e costituisce circa l’1% della produzione italiana. Il patrimonio di territori e ambienti molto vari – dalle ampie escursioni termiche degli Appennini al clima tipicamente mediterraneo delle coste tirreniche e ioniche, in cui molte zone sono ancora incontaminate e c’è grande biodiversità vegetale – non è sfruttato come meriterebbe, e questo penalizza l’immagine di una regione che resta più conosciuta per la produzione di olio di oliva e agrumi che per i suoi vini. Pochi imprenditori hanno deciso di investire autonomamente, a cominciare da Nicodemo Librandi, che per primo ha esaltato appieno le qualità del Gaglioppo, il principale vitigno coltivato in Calabria, e anche del Magliocco, un altro autoctono recentemente rivalutato in purezza. Per fortuna altri viticoltori stanno seguendo questo esempio producendo vini ambiziosi. Se in quasi tutte le Doc i vitigni principalmente utilizzati sono Gaglioppo, Magliocco e Greco Bianco, la Denominazione più conosciuta è sicuramente quella del Cirò Rosso, localizzata a nord di Crotone nei comuni di Cirò, Cirò Marina e in parte nei territori dei comuni di Melissa e Crucoli. Degna di nota all’estremo sud, in provincia di Reggio Calabria, anche la piccolissima Doc Greco di Bianco, limitata al comune omonimo e in parte all’adiacente Casignana, in cui si realizza un vino passito poco conosciuto ma molto piacevole. Ma c’è un altro vino dolce da meditazione veramente unico: il Moscato Passito di Saracena, prodotto esclusivamente a Saracena, centro di 4.000 abitanti nell’entroterra cosentino. Un vino che si ottiene con una procedura antichissima che prevede l’unione di succo di uve Malvasia, Odoacra e Guarnaccia – fatte bollire e poi concentrate in modo da aumentarne grado alcolico e contenuto zuccherino – con un mosto pressato a mano da uve Moscatello leggermente appassite dopo la raccolta. Il risultato della successiva, lenta e paziente fermentazione è un nettare color ambra, dal sapore di miele e frutti esotici che evoca memorie di terre orientali.

Nerello mascalese

LA PIANTA

Il grappolo è grande, conico o piramidale, allungato e alto. L'acino è medio, ellittico, con buccia pruinosa, spessa e di colore blu chiaro. La produzione della pianta è abbondante ma non molto costante; le uve maturano tardivamente, attorno alla seconda decade di ottobre

IL VINO

Esclusivamente impiegato per la vinificazione, il Nerello Mascalese si può trovare da solo o in abbinamento ad altre uve, bianche o nere. Vinificato in assenza di vinacce, dà origine alla famosa "pesta in botte" della zona etnea. Lavorato in modo tradizionale dà un vino di colore rosso carico, con profumi intensi di viola, piccoli frutti rossi e spezie, dal gusto pieno, caldo e asciutto

Informazioni Tecniche
Manufacturer Criserà Vini Calabresi
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