Bruno Rocca Rabajà in Barbaresco

Presentarsi sul proprio sito con il claim "Contadini a Barbaresco dal 1834: una storia di famiglia" non è semplice marketing. Non che dalla (corretta) comunicazione Bruno Rocca rifugga: basterebbero a testimoniarlo le bellissime etichette, con la penna da calamaio, simbolo di sapienza e di savoir faire, che è oramai ben noto agli appassionati di tutto il mondo. No, quello di Bruno e dei figli Luisa e Francesco è solo orgoglio. Orgoglio delle origini, orgoglio di scelte coraggiose, orgoglio dei tempi in cui queste erano terre povere, ove la fame era sempre in agguato. Ora che sono coccolati dalla critica internazionale, entusiasta della qualità dei loro vini da cru, i Rocca continuano a ricollegarsi all'avo Francesco, che appunto nel 1834 iniziò a coltivare queste terre. Ma la continuità nelle origini non significa stasi: e così quest'anno abbiamo potuto assaggiare due nuovi vini, il Currà ed il Rabajà Riserva. Entrambi esaltanti, si affiancano al Rabajà annata ed al Currà Riserva, per una batteria veramente d'eccezione. Una storia di famiglia: una famiglia che ci regala emozioni.

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