Terredora di Paolo

Fra le colline d’Irpinia, che circondano le Valli del Sabato e del Calore, è sita la cantina e sono dislocate le tenute, che fanno di Terredora, con i suoi circa 200 ettari, una tra le maggiori aziende viticole del Meridione d’Italia. Pur non lontane le bellezze del Golfo di Napoli, di Pompei, Sorrento e Amalfi, l’Irpinia è zona collinare, montuosa dell’entroterra, dal clima continentale, che produce vini sin dall’epoca dei Greci e dei Romani. Qui non trovi le piane assolate o le colline bruciate dal sole del Sud, ma tante cromie di verde, la freschezza dei boschi, una fisionomia tutta particolare che si manifesta nei monti ricoperti, spesso fino in cima, di castagneti e faggi secolari e nella lussureggiante visione dei colli cosparsi di vigneti. Da questa natura prepotente e rigogliosa e dalla capacità degli uomini di produrre con stile moderno ed innovativo, i vini Terredora acquistano la loro ben definita personalità e carattere. I vigneti aziendali sono, infatti, nelle aree d’Irpinia più vocate per la produzione di vini di grande pregio e rappresentano la sintesi dell’appassionata ricerca tra rispetto e valorizzazione del territorio e del legame indissolubile tra ambiente, vitigno, clima e intervento dell'uomo. Tutti, dai pendii accentuati e dai terreni argillosi-calcarei di origine vulcanica, hanno ottima esposizione e insolazione, clima caldo, asciutto, e ventilato, caratterizzato da forti escursioni termiche e poche piogge ben distribuite nell’arco dell’anno, oltre 3.500 piante/ettaro allevate a guyot. La Tenuta di Lapio, Campore, è uno dei siti più vocati, in area di produzione sia del Fiano di Avellino che del Taurasi. Coltivata sia a Fiano che Aglianico, dà in primis i natali alle “riserve” CampoRe, e poi fornisce parte delle uve di altri due vini prestigiosi: il Taurasi Fatica Contadina, prodotto in blend con l’Aglianico del vigneto di famiglia in agro di Montemiletto, e il Fiano di Avellino Terre di Dora, più noto come Ex Cinere Resurgo, ottenuto in blend con le uve Fiano del vigneto di Montefalcione, da cui prese le mosse questa storia familiare di rinascita imprenditoriale. La tenuta Terre degli Angeli a Santa Paolina e le vigne a Montefusco per il Loggia della Serra sono i siti scelti per la produzione del Greco di Tufo, perfetti per produrre vini di grande intensità aromatica, fragranze minerali con caratteri distintivi di notevole complessità. Sempre a Montefusco, alla località Marotta, le vigne di Falanghina e, a Montemiletto, invece, si estende Casali della Baronia, fondo coltivato ad Aglianico e Falanghina. Oltre alle uve per produrre il già citato Taurasi Fatica Contadina, qui viene prodotto anche Il Principio, un Aglianico potente e morbido allo stesso tempo, che è stato, come rievoca il nome, il debutto di Terredora fra produttori di grandi vini rossi. Ultima in ordine di tempo acquisita dalla famiglia, la tenuta di Gesualdo per la produzione di Aglianico, Coda di Volpe e Falanghina, un bellissimo altipiano oltre i 650 slm, che regala eleganza sorprendente ai vini. Merita una menzione a parte, il fondo di Pietradefusi, destinato alla produzione di una versione di Taurasi, il Pago dei Fusi, che coniuga struttura e carattere vellutato. Il vigneto si estende, infatti, su dolci colline con suoli di origine pliocenica, che costituivano i fondali marini dell’epoca, ricchi di micro-elementi e un microclima dalle buone escursioni termiche. In quest’area ancora incontaminata, un territorio unico per l’Aglianico, nascono vini di grande impatto olfattivo con predominanza di note floreali e minerali e una spalla acida che ne esalta la freschezza. Accanto alle vigne, dove le pendenze diventano aspre, s’inerpica l’ulivo per produrre l’Olio Extravergine d’Oliva Terredora, caratterizzato dalla bassa acidità.
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