Ischia

Ischia

Uno dei nomi antichi attribuiti all’isola d’Ischia è quello romano di Aenaria il cui significato, derivante dal greco,  è “Oinaria”, luogo di viti e di vino. Furono i greci Eubei a introdurre sui terreni dell’isola le viti facendo risalire la viticoltura fin dall’inizio del VIII secolo a.C.. Da  allora i sistemi legati alla spremitura delle uve sono di certo cambiati ma ciò che resta invariato è il sapore autentico e unico dei vini d’Ischia, conosciuti e apprezzati in tutto il resto del mondo. La zona di produzione coincide con i confini dell'isola di Ischia, dove la vite fu introdotta da antichi greci, provenienti dalla Calcide. In alcune aree la vite è ancora allevata a curruturu, forma arcaica, strettamente vincolata alla tradizione: tradizione che in questo caso è garanzia di qualità superiore. Si ottiene da uve Biancolella, Forastera e Per 'e palummo, allevate solo in Campania e sapientemente vinificate sull'isola da moderne strutture enologiche. Tra i nomi di bianco DOC più conosciuti ritroviamo il “Biancolella” e il “Forastera” . Dal colore giallo paglierino, il Biancolella è quello dal sapore  più fruttato e floreale; notevole è il sentore della ginestra. Da abbinare soprattutto ai frutti di mare e ai crostacei ha una gradazione alcolica del 12%. Anche il “Forastera” è il tipico vino da pasto a base di pesce ma si presenta in maniera più corposa. Tra i vini rossi DOC troviamo invece il “Piedirosso” detto più comunemente “Per’e palummo” dal sapore fruttato equilibrato, perfetto su pasti a base di carne. Perché “Per’e palummo” (piede di piccione)? Semplicemente perché il graspo rosso ricorda proprio il rosso della zampa di un piccione. Le fonti storiche ci fanno sapere che questo vitigno era utilizzato in passato assieme all’Aglianico per produrre il Falerno.

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