Casavecchia

Si tratta di un vitigno misterioso, la cui storia recente tende a confondersi con la leggenda. Giuseppe Frojo, l'ampelografo campano più noto dell'Ottocento, catalogò e descrisse ben 129 vitigni della sola Terra di Lavoro senza fare accenno al Casavecchia; d'altro canto prima di lui nessun altro studioso aveva citato questa varietà. Secondo la leggenda tramandata dagli anziani contadini locali, un ceppo di oltre cento anni di età sfuggito ai cataclismi viticoli arrivati dall'America (oidio e fillossera) fu rinvenuto alla fine dell'Ottocento nei pressi di una diroccata, ubicata a nord di Caserta nel comune di Pontelatone. Fu quindi naturale attribuire a quella varietà sconosciuta il nome del vecchio rudere testimone della scoperta. Da allora, tramite le marze ricavate dall'individuo originario, il vitigno si trasmise di generazione in generazione tra i viticoltori della zona. Intorno alla sua origine permane un alone di mistero legato al fatto che presenta caratteri ampelografici assolutamente originali e che le recenti analisi del Dna escludono possa trattarsi di un clone di un altro vitigno o che possa essere imparentato con altre varietà campane. L'ipotesi più probabile rimane quella dell'origine. Proprio per questo e anche per una strana concomitanza geografica - l'antica località romana di Trebula ballinesis si troverebbe all'interno del quadrilatero di produzione del Casavecchia - qualcuno vorrebbe il vitigno all'origine del Trebulanum di pliniana memoria.

Il Casavecchia ha una diffusione prettamente locale, che coincide con l'esiguo territorio a nord di Caserta formato dai quattro comuni di Pontelatone, Formicola, Liberi e Castel di Sasso, dove è presente in tutti i vigneti vecchi. Se il suo legame con il territorio è forte, la sua adattabilità ad altre aree è molto scarsa. Negli ultimi anni l'interesse che si è creato intorno alle sue ottime caratteristiche enologiche ha permesso di aumentare la sua estensione vitata, consentendogli di essere annoverato tra i vitigni raccomandati per la provincia di Caserta. Anche se per ora non rientra in alcuna Doc, è tuttavia presente in tanti vini della sua zona.

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